Paolini

Collegato alla corrente dell’Arte Povera, movimento emerso in Italia a fine anni ’60 e caratterizzato da opere costituite prevalentemente da materiali poveri e di rifiuto, Giulio Paolini cominciò a interrogarsi sul concetto di doppio e di copia sin dai primi anni ’70, per poi approdare a un discorso sul barocco e l’arte del Quattrocento. Da sempre interessato alla messa in scena e alla rappresentazione, ebbe una fruttuosa collaborazione con il regista Carlo Quartucci, con il quale realizzò Manfred di Robert Schumann (Auditorium di Torino, 1970), Don Chisciotte , adattato da Roberto Lerici e trasmesso dalla Rai il 10 aprile 1970, Opera (Genova, 1980), dove P. fu anche autore, e per il quale realizzò le scene e i costumi insieme a Jannis Kounellis, Platea (1981), Scene di conversazione (Parigi 1982) e Primo amore di Samuel Beckett (Teatro Ateneo di Roma, 1986). Da ricordare inoltre Il trasloco di Vittorio Gassmann (Torino 1973), La mandragola di Machiavelli (Vercelli 1983) in collaborazione con Mario Missiroli, e Il combattimento di Tancredi e Clorinda (1984), basato su alcuni canti della Gerusalemme liberata di Tasso. Interessante citare infine, per il vasto numero di membri della comunità artistica coinvolti, Pentesilea (Teatro Olimpico di Roma, 1986), basato su un’idea di Rudi Fuchs, con i costumi di Luciano Fabro e con scene dell’artista, di Enzo Cucchi, Mario Merz, David Salle, Markus Lupertz e Lawrence Weiner.