Pagnol

I primi passi di Marcel Pagnol nello spettacolo li muove a Marsiglia, dove fonda e dirige una rivista, “Fortunio” (che diventerà “Les cahiers du Sud”), e scrive due pièce – entrambe rimaste inedite – Catulle e Ulysse chez les Phéniciens (in collaborazione con Charles Brun). Nel 1922 si trasferisce a Parigi, dove assieme a Paul Nivoix firma alcune pièce: Tonton (1923); Un direct au coeur (1926); Les marchands de gloire (1925). Quest’ultima, rappresentata al Théâtre de la Madeleine, è accolta tiepidamente dal pubblico ma è notata dalla critica. Essa è caratterizzata dal tema d’attualità – lo sfruttamento degli eroi di guerra ad opera di speculatori senza scrupoli – trattato con ironia e sostenuto da dialoghi brillanti, in cui la denuncia dei comportamenti immorali è portata avanti con l’arma della comicità. Una tecnica che Pagnol riutilizza in Jazz (1926) – in cui è preso di mira l’ambiente accademico – e in Topaze (1928), in cui il protagonista è un onesto maestro di scuola che, caduto vittima di alcuni affaristi, decide di dedicarsi alle speculazioni illegali. Topaze riscuote grande successo, successo che arride anche alla cosiddetta `trilogia marsigliese’: Marius (1929); Fanny (1931) e César (1937, rappresentata solo nel 1946). Di quest’ultimo testo prepara in contemporanea una versione cinematografica: è dal 1933 che – a pochi anni dall’introduzione del sonoro – Pagnol è sedotto dal nuovo mezzo di comunicazione; negli anni successivi si dedicherà interamente al cinema (ricordiamo il sodalizio artistico con l’attore Fernandel), con una breve parentesi negli anni ’50: Judas (1955) e Fabien (1956), il cui esito artistico non è all’altezza dei lavori precedenti.