Oppo

Esordì nel 1921 con il Teatro dei Piccoli di Podrecca. La sua attività professionale, influenzata dalla cultura scenica parigina, si lega al teatro dell’Opera di Roma, con produzioni di cui ricordiamo: La donna serpente di Casella (1932), La favola del figlio cambiato di G. F. Malipiero (1933), Il flauto magico di Mozart (1937), La donna senz’ombra di Strauss e Sakuntala di Alfano (entrambi nel 1938). Al Maggio Fiorentino esordisce con le scene per Le nozze di Figaro di Mozart (1937); in seguito cura la messinscena di numerosi spettacoli, tra cui nel 1938 il Simon Boccanegra di Verdi. Collabora con minor intensità anche con il Teatro alla Scala; ricordiamo le scene per l’ Orfeo di Monteverdi (1934). Con la sua visione scenografica – si vale di campiture cromatiche che definiscono volumi nitidi, architettonicamente costruiti – partecipa all’ammodernamento della tradizione pittorica novecentesca italiana; fu tra i promotori del movimento Secessione romana.