Noschese

Alighiero Noschese inizia da ragazzino, rispondendo alle interrogazioni in classe, a riprodurre per gioco le voci dei principali attori dell’epoca, ma all’inizio sembra un semplice hobby irriverente. Segue infatti il volere familiare iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza a Napoli ed entrando come praticante al giornale radio diretto da Vittorio Veltroni. Ma il palcoscenico lo reclama e dopo le primissime esibizioni nel varietà è subito scritturato da Garinei e Giovannini per la tournée di Caccia al tesoro (1953) al termine della quale decide di fermarsi a Milano. Qui firma un contratto con la Compagnia di rivista della sede Rai lombarda ma presto è di nuovo sul palco al fianco di Nuto Navarrini (1957) e di Tino Scotti al Teatro Odeon di Milano nella rivista dialettale Ciciarem un cicinin (1960). Una trionfale esibizione al velodromo Vigorelli gli vale nel 1961 la partecipazione alle prime trasmissioni televisive che lo impongono su scala nazionale. Non solo è in grado di riprodurre la voce di qualsiasi personaggio ma, aiutandosi con efficaci elementi di trucco che cura con puntiglio maniacale, riesce a ricrearne anche tic e caratteristiche espressive. Il teatro lo vede protagonista di one-man-show come Scanzonatissimo n.1 (1963) e La voce dei padroni nelle due diverse edizioni di Garinei e Giovannini (1966 e 1967). Sul teleschermo è amatissimo beniamino del pubblico nei principali varietà degli anni ’60 da “Alta fedeltà” (1967) a “Sabato sera” (1967) fino a “Doppia coppia” (1969) in cui è l’assoluto mattatore. Solo nel cinema non riese a trovare una collocazione adeguata alle sue capacità e viene messo in coppia con il giovane Enrico Montesano in commedie di basso rilievo come Io non scappo… fuggo (1970) e Io non vedo, tu non parli, lui non sente (1971). La serata televisiva del sabato lo vede ancora star di “Canzonissima” (1971), “Formula due” (1972), “Ma che sera” (1978). «L’uomo dalle novantasei voci» (secondo una sua spiritosa autodefinizione) sta allestendo lo spettacolo L’inferno può attendere quando tronca la propria vita con un colpo di pistola.