Murphy

Negli anni ’60 insieme a Friel, Kilroy e Leonard viene considerato il rappresentante della nuova generazione che possiede un po’ dell’antica energia e della forza d’impegno del teatro irlandese. Sempre in quegli anni si trasferisce a Londra ma già nel ’70 torna (come Leonard e molti altri) per stabilirsi a Dublino, in seguito al Currency Act: decreto emanato dal ministro C. J. Haughey grazie al quale gli scrittori godevano di particolari condizioni fiscali. A Whistle in the Dark (1961) è il primo dei suoi lavori, in cui combina la tradizione gaelica dello `storytelling’, con la pietà cattolica e il paganesimo del folklore, il tutto nel rigoroso rispetto dell’unità aristotelica e con l’intento di proporre lo scontro tra le forze senza tempo della storia e della tradizione con quelle del contemporaneo all’interno della realtà irlandese. Seguono tra gli altri: Famine (1968) dramma epico a carattere nazionale; The Gigli Concert (1983) dove l’Irlanda degli anni ’80 è posta a confronto con ideali ormai svaniti; Bailegangaire prodotto dalla Druid Theatre Company con la regia di Garry Hynes nel 1985, vincitore di premi come il Harvey’s Best Play e il Sunday Tribune Theatre e riproposto al Royal Court nel 1997; A Thief of a Christmas , (1985) che deve moltissimo in termini formali alla passione operistica dell’autore; The Patriot Game (1991) che tratta della questione dell’Irlanda del Nord e che è apparso in occasione del 75 anniversario del Massacro di Pasqua nonostante si fosse deciso quell’anno di non tenere alcuna celebrazione pubblica.