Moriconi

(V. Abbruzzetti; Jesi, Ancona, 1931 – Jesi, Ancona, 2005), attrice. Inizia a recitare in una compagnia studentesca e, dopo essersi sposata con Aldo Moriconi – da cui presto si separerà – si trasferisce a Roma. Qui frequenta il giro del Caffè Rosati insieme al marito e conosce Lattuada che la chiama a recitare ne Gli italiani si voltano (episodio di Amore in città , 1953) e ne La spiaggia (1953). Dopo l’esordio cinematografico, nel 1957 incontra E. De Filippo che, intuendo il talento dell’attrice, le affida il ruolo della protagonista femminile in De Pretore Vincenzo . L’esperienza con Eduardo segna l’inizio di una lunga e complessa carriera teatrale che porterà la M. a confrontarsi con ruoli e autori sempre diversi, spaziando dai classici greci a Bernhard, da Goldoni a Williams. Nel 1958-59 lavora con Lucignani in Girotondo di Schnitzler e in Un amore a Roma di E. Patti; quindi entra nella compagnia del teatro della Cometa di Roma dove ha modo di osservare il lavoro di grandi attrici come la Brignone e la Pagnani. Nel 1960 è scelta da Visconti per la parte di Mina ne L’Arialda di Testori che a Milano viene ritirata dalle scene per lo scalpore che solleva. Da Visconti, che M. ricorda come «un dio dispotico, molto duro durante le prove e insieme dolcissimo» impara a studiare il personaggio osservandolo nella realtà in cui si muove; così, per l’interpretazione di Mina analizza, insieme al regista, le movenze e le abitudini delle prostitute. Sempre nel 1960 al festival internazionale del teatro di Bologna conosce Enriquez con il quale avvia un profondo sodalizio artistico che dà vita dal 1961 al ’64 alla Compagnia dei Quattro (assieme a Mauri e Scaccia, cui poi si sostituirà Luzzati). Tra gli spettacoli proposti: Il gesto di Codignola e La bisbetica domata (1962); Andorra di M. Frisch, Niente per amore di O. Del Buono (1963); Edoardo II di Brecht-Marlowe, Il vantone di Pasolini (1964). Con Enriquez lavora ancora negli anni ’70 in Storie del bosco viennese di O. von Horvath (1977) e in L’hai mai vista in scena di Fabbri (1979). Intanto interpreta diversi sceneggiati per la televisione: Pigmalione (1962), La presidentessa (1968), Il mulino del Po seconda parte (1971), Così è se vi pare (1974). Instancabile nella sua totale dedizione al teatro, nell’ultimo ventennio ha dato vita a una serie di interpretazioni memorabili per l’attenzione rivolta allo studio e alla caratterizzazione del personaggio. Nel 1982 veste i panni di una madre `edipica’ in Emma B, vedova Giocasta di Savinio per la regia di Marcucci (spettacolo ripreso nelle due stagioni successive) dove «al pieno dello spledore espressivo» come commenta Quadri «la ritroviamo ancora bravissima nell’affrontare, con una precisione vocale intensa quanto l’introspezione psicologica, questa figura di una madre in attesa di ritrovare il figliuol prodigo di ritorno a lei». Nel 1986 è la volta di Filumena Marturano di E. De Filippo, mentre nel 1988 affronta l’affascinante figura di Cleopatra in Antonio e Cleopatra per la regia di Cobelli. L’anno dopo è impegnata nell’interpretazione di un’altra figura materna nel testo di Bernhard Alla meta . Seguono Madame Sans-Gène di Sardou (1989-90, regia di A. Trionfo), Trovarsi di Pirandello (1992, regia di Patroni Griffi), L’interrogatorio della contessa Maria di Palazzeschi (1993, regia di Marcucci), Vetri rotti di Miller (1995, regia di Missiroli). Nel 1995 le viene conferito il premio Eleonora Duse. L’anno seguente porta sulle scene, con la regia di G. Vacis, La rosa tatuata – di Williams, confrontandosi con la celebre interpretazione della Magnani nell’edizione cinematografica. Sempre nel ’96 è una splendida Medea al teatro greco di Siracusa e, affascinata dalla magia di questo teatro, ripete l’esperienza siracusana nel 1998 interpretando Ecuba per la regia di Salveti.