Moravia

Alberto Moravia ottenne il successo, di critica e di pubblico, giovanissimo, con il romanzo che molti considerano il suo capolavoro Gli indifferenti, nel 1929; cui ha fatto seguito per mezzo secolo una copiosa e continua produzione di narrativa (Agostino , 1944; La romana , 1947; Il disprezzo , 1954; La noia , 1960), tradotta in tutto il mondo e spesso trasposta in cinema. E se la scrittura teatrale è sicuramente marginale nell’opera di Moravia, tuttavia la `teatralità’ è un elemento costitutivo della sua narrativa: le sue pièce nascono dunque da abitudini collaudate. Il primo lavoro è La mascherata ( 1955) – rappresentato al Piccolo di Milano con regia di Strehler – ispirata all’omonimo romanzo (pubblicato nel 1941), in cui si mettevano alla berlina gli aspetti più corrivi del fascismo. Eccettuata Beatrice Cenci (regia di Franco Enriquez, 1955), il clima in cui è nato M. drammaturgo è quello (siamo alla metà degli anni ’60) del `teatro della parola’ contrapposto al `teatro della chiacchiera’, in sintonia con le scelte di intellettuali quali Siciliano, la Maraini – con cui crea la Compagnia del Porcospino -, la Ginzburg e, soprattutto, Pasolini. Protagonisti delle pièce elaborate a partire da questi anni sono la vita e i costumi della società stanca e pervertita, che M. analizza scendendo nelle psicologia dei personaggi, soprattutto di quelli femminili. Tra le opere, menzioniamo Il mondo è quello che è (Teatro La Fenice, Venezia, 1969, regia di Gianfranco De Bosio), Il dio Kurt (Teatro Comunale dell’Aquila, 1969, regia di Antonio Calenda), esperimento di `teatro nel teatro’ in cui affronta il tema del nazismo, recuperando le suggestioni della grecità, La vita è gioco (Teatro Valle di Roma, 1970, regia di Dacia Maraini) e le successive Voltati, parlami (un monologo risultante dall’adattamento del racconto La vergine e la droga curato da Enzo Siciliano, 1984), L’angelo dell’informazione (regia di Giorgio Albertazzi, 1985), La cintura (regia di Roberto Guicciardini, 1986), Omaggio a James Joyce ovvero il colpo di stato (allestito a Venezia, Ca’ Foscari, nel 1971, con la regia di Beppe Zambonini). Nel 1981 lo stesso M., insieme a Luigi Squarzina, ha riproposto la riduzione de Gli indifferenti (già messa in scena al Teatro Quirino di Roma nel 1948), allestita con la regia di Dino Lombardi. Nel 1985 Annibale Ruccello ha proposto l’adattamento della Ciociara .