Montesano

Enrico Montesano è uno degli ultimi talenti veraci della scena che sono stati allevati alla dura scuola delle ribalte minori. Lanciato nel 1969 dalla trasmissione tv Quelli della domenica , fucina della nuova generazione del cinema e del teatro, Montesano ha fatto una lunga gavetta nel reazionario cabaret romano del gruppo del Bagaglino, dal quale si è poi staccato, anche nelle scelte politiche (è stato assessore al Comune di Roma ed eurodeputato con i voti della sinistra). Negli anni ’60 ha partecipato alle prime tournée in Lazio e Abruzzo, ma poco alla volta ha perso le connotazioni specifiche del comico romano per arrivare a essere un attore italiano, e come tale accettato ovunque, anche per merito delle frequenti apparizioni sul piccolo schermo. Nel ’68, con Lando Fiorini e Leone Mancini, ha partecipato a uno dei primi cabaret romani, il Puff, è passato poi al Bagaglino e con Maurizio Costanzo, ha lavorato assiduamente alla radio, inventando il personaggio di Felice Allegria. Osservatore ironico e spietato del reale, inventore di personaggi rimasti popolari, il pensionato o la romantica signorina inglese, abilissimo nel conversare col pubblico, alla maniera dei vecchi entertainer , Montesano unisce la classica vis comica nella definizione dei caratteri a un piglio più moderno nell’esame della varia umanità e attualità. Il comico è passato in serie A al Sistina quando Garinei e Giovannini gli hanno affidato, nel ’78, la ripresa del Rugantino con la Chelli, la Valori e Fabrizi, ruolo storico e leggendario. Ma il risultato maggiore è stato dall’81 all’83 il musical Bravo! di Terzoli e Vaime, diretto da Garinei, una furba cavalcata attraverso i segreti e gli stili del palcoscenico in cui Enrico, neo divorziato all’italiana, conduce il figlioletto. È l’occasione per un amarcord divertente, per siparietti irresistibili vecchio stile, per una satira sullo stato delle cose della vecchia Italia, vista in anticipo con l’occhio `ulivista’: insomma, un super `one man show’ di Montesano, la sua interpretazione più completa, il suo più grande successo.

Le altre prove con la `ditta’ del Sistina, che lo accoglie per qualche anno nella grande famiglia, sono meno felici, a cominciare dal fanta-musical Se il tempo fosse un gambero di Fiastri e Zapponi, stagione 1986-88, con Nancy Brilly, fino alla commedia Cercasi tenore di Ken Ludwig, sempre diretta da Garinei nell’89-90. Torna a una felice vena satirica con Beati voi! , un’altra cronistoria italiana in equilibrio delicato tra gli amarcord collettivi del tempo che fu e le contraddizioni del presente. Dopo alcuni grandi successi tv, come il serial familiare Pazza famiglia con Panelli, Montesano torna al recital satirico, anche politico, scegliendo il pubblico popolare del teatro Tenda. Il cinema gli dà fama e gloria in alcuni film comici in coppia con Celentano e Verdone, mentre si afferma in modo più personale con titoli di Festa Campanile e Capitani, tentando poi egli stesso la regia con una delicata commedia sentimentale ( A me mi piace , 1985). Fa anche un debutto in prosa, con L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, ma nel ’98-99 riprende con la tv, dove lo attende un vasto pubblico familiare per cui Montesano è rimasto un volto noto e amico non banale.