Mittelfest

Mittelfest è un festival di teatro, musica, danza, cinema e marionette nato a Cividale del Friuli nel 1991. Ideato da Cesare Tomasetig il Mittelfest rappresenta una delle principali manifestazioni di spettacolo dell’area centroeuropea. Una vocazione internazionale definisce il profilo del festival che ogni anno a luglio si pone come obiettivo la promozione dell’incontro e del confronto culturale e artistico dei Paesi e dei popoli che abitano il territorio della Mitteleuropa. La direzione artistica internazionale che ha caratterizzato le prime edizioni del festival, unitamente alle prospettive inter-culturali individuate da Giorgio Pressburger per la prosa e da Carlo de Incontrera per la musica, privilegiano la scelta del dialogo e della produzione comune attraverso la valorizzazione di identità e differenze e l’abolizione di rigidi confini tra generi e culture. Il teatro in questo contesto si rivela possibilità di dialoghi inediti, e soprattutto geografia di identità a confronto: si pensi a La grande migrazione di Enzesberger che nel ’96 ha visto la compresenza di giovani appartenenti a tutte le comunità etniche del Friuli o a L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro di Peter Handke realizzato da giovani artisti provenienti dalle Accademie di arte drammatica di sette diversi Paesi e che per la prima volta dopo quarant’anni ha visto riuniti il Teatro stabile sloveno e quello Italiano di Trieste, o all’intersezione di culture e di linguaggi che sempre nel 1996 ha caratterizzato Il canto delle città curato da G. Vacis, con attori di Teatro Settimo e di Dubrovnik. Analoghi percorsi per la musica che nel corso delle diverse edizioni ha reinventato gli spazi del festival invadendo la piazza: dai Misteri della Passione , tratto dai professionali cividalesi del XIV secolo, a Stri à z , video-opera notturna di Studio Azzurro e Luca Francesconi, da Hiroshima di Penderecki, ad Auschwitz di Nono, alla Gerusalemme Liberata da Monteverdi, alle coreografie di Micha van Hoeche, o alle diverse interpretazioni delle pagine di Bartók e Webern. Geografie culturali e etniche in dialogo dunque in un festival che ama articolarsi attorno a temi o a figure forti capaci di trasformarsi in terreno di comune confronto: `Storia e tradizione delle singole culture’ nel 1991, `Kafka’ nel 1992, `Guerra e Pace’ nel 1994, `Identità’ nel 1996 e nel 1997, con particolare attenzione a Pasolini e Bartòk (1996), `Transizioni’ nel 1998.