Miró

Ricondotta al movimento surrealista teorizzato da André Breton negli anni ’30, la pittura di M. è in realtà di difficile catalogazione. L’abolizione di elementi simmetrici, la ricerca del vuoto e la creazione di uno speciale alfabeto simbolico presente con continuità nella sua opera pittorica sono le caratteristiche principali della sua arte, ispirata all’inconscio, alla natura e al sogno. Il suo primo contatto con il mondo del teatro risale al 1926. In collaborazione con Marx Ernst, dipinse gli scenari del balletto Romeo e Giulietta per i Balletti Russi di Diaghilev. Dai progetti custoditi nel Wadsworth Atheneum di Hartford deduciamo che gli scenari erano perfettamente in linea con la sua pittura, onirica, fatta di paesaggi immaginari. Nel 1931 l’artista realizza le scene, i costumi e i giocattoli per il balletto Giochi di bambini (su musica di Bizet e libretto di Boris che si terrà l’anno seguente al Gran Teatro di Montecarlo. M. non riprende a lavorare per il teatro fino al 1978 quando con la compagnia catalana La Cacla disegna le maschere e i costumi per i personaggi di Mori el Merma . Tra i disegni, abbozzi e appunti conservati alla Fondazione Mirò si trova una copia di Ubu Roi , opera di Alfredo Jarry a cui l’artista si è ispirato. L’ultimo lavoro teatrale di M. è per il balletto L’uccello di luce di Jacques Dupin messo in scena a Firenze.