Minetti

Figlio di un architetto, sin da giovanissimo Bernhard Minetti si appassiona al teatro e all’inizio degli anni ’20, incoraggiato da E. Busch, studia recitazione a Berlino seguendo i corsi di L. Jessner. Ottiene la prima scrittura nel 1926, presso il Teatro nazionale prussiano a Gera, e dal 1928 comincia a lavorare presso il Landestheater di Darmstadt, dove si specializza in ruoli classici (Shakespeare, Schiller, Lessing, Goethe, Kleist). La sua interpretazione di Amleto nel 1930, esaltata dalla critica, lo rende celebre. Nello stesso anno si trasferisce a Berlino, dove lavora presso lo Staatstheater soprattutto sotto la direzione di Jürgen Fehling, in ruoli quali quelli di Franz Moor ne I masnadieri e di Gessler nel Guglielmo Tell (1932). Nel 1933, nonostante il nazismo, non emigra e, diretto da Fehling e da G. Gründgens, può continuare a interpretare i grandi ruoli del suo repertorio, come Marinelli nell’ Emilia Galotti di Lessing (1937), Robespierre in La morte di Danton di Büchner (1939), entrambi con la regia di Gründgens; e ancora Bruto nel Giulio Cesare (messo in scena da Fehling nel 1941). Dopo il 1945 continua a lavorare nei teatri di Kiel (di cui diviene anche direttore), Amburgo, Francoforte, Düsseldorf e Berlino, riconosciuto come uno dei più grandi attori del suo tempo. Interpreta con grande maestria sia i classici sia i contemporanei, come Beckett, Genet, Anouilh e Pirandello. La profonda sensibilità e l’intelligenza con cui si accosta a ciascuno dei suoi ruoli gli guadagnano l’ammirazione di registi tra loro anche molto diversi, come P. Stein, P. Zadek, G. Strehler (con la regia del quale interpreta, nel 1958, I giganti della montagna di Pirandello) e soprattutto di K.M. Grüber che, nel 1982, gli affida il ruolo di protagonista nel Faust di Goethe, in una memorabile messa in scena presso la Freie Volksbühne di Berlino Ovest. È interprete privilegiato del teatro di T. Bernhard, che nel 1976 gli dedica una pièce, Minetti : un omaggio alla maschera dell’attore, al suo potere di illusione e alla sua debolezza. Sono da ricordare, tra le sue apparizioni più recenti, quelle al Berliner Ensemble in La resistibile ascesa di Arturo Ui , ultima regia di H. Müller nel 1994 e in Der Ozeanflug di Brecht , con la regia di B. Wilson, nel 1998.