Mezzadri

Mina Mezzadri lavora per la Compagnia della Loggetta di cui è uno dei fondatori, poi diventata Centro Teatrale Bresciano, e vi allestisce, nel decennio 1960-70, numerosi testi classici, destrutturizzandoli, attualizzandoli e arricchendoli di notizie sull’autore: Eschilo, Molière, Büchner a fianco di molti altri contemporanei, Beckett, (Finale di partita ), Genet: (Le serve ), Svevo (La rigenerazione ; 1966, prima rappresentazione italiana). Allestisce significativi spettacoli nel genere del teatro-documento: Una proposta di Don Milani , Lettere a un sindaco (1968) – un testo di Renzo Bresciani, satirico verso il potere comunale e basato su documenti tratti dal Municipio – e L’obbedienza non è più una virtù (1969). Lavora allo Stabile di Genova come insegnante e regista. Fonda poi la cooperativa teatrale Teatro Tre (1975-76), con cui realizza Il pellicano di Strindberg con Enrico Job (1975) e Luci di Bohème di Valle-Inclan (1976). Seguono Il padre di Strindberg con Virginio Gazzolo, Rosmersholm di Ibsen con Paolo Ferrari e Ileana Ghione (1977) e Sogno di un tramonto di autunno di D’Annunzio (1981-82). A Brescia cura la regia di Adelchi di Manzoni nei luoghi dove Ermengarda trascorse gli ultimi anni (1993-94). L’anno dopo realizza La colonna infame da Manzoni, sempre con Gazzolo. Infine per il Ctb realizza Don Perlinplin di García Lorca (1998).