Mercer

David Mercer esordì in televisione prima che in teatro: Generazioni (Generations: three television plays , 1964) trilogia che esamina i conflitti della working-class nel passaggio a middle-class, Un uomo da curare (The brued Man, 1962), In due menti (In two Minds , 1967), Uccidiamo Vivaldi (Let’s murder Vivaldi , 1968). Per il teatro ha messo in scena La signora del governatore (The Governor’s Lady , 1965), Cavalca un cavallo a dondolo (Ride a cock Horse, 1965), Il caso Belcher (Belcher’s Luck, 1965), Sangue sul tavolo (Blood on the table, 1971), Cugino Vladimir (Cousin Vladimir, 1978). M. crea con grande acume una galleria di caratteri, spesso sull’orlo della disperazione e pervasi dal sentimento di totale impotenza, che si dibattono nel mezzo delle contraddizioni spesso causa della loro pazzia. Dominano nell’opera l’opposizione alla repressione politica e psicologica, l’ideologia marxista e l’interesse psicopatologico che porta M. a esaminare l’origine, lo sviluppo e la manifestazione della malattia mentale. Nelle prime pièce M. si attiene a uno stile realistico, che successivamente abbandona per tecniche più ardite, che meglio si adattano al suo pessimismo molto vicino a quello di Beckett, che coinvolge tutto: nascita, morte e ricerca dei significati; come nel film Providence (1977) scritto per A. Resnais, commedia surreale in cui il protagonista compie un viaggio nella vita della mente.