mentalismo

Il mentalismo è arte del varietà in cui, con tecniche di destrezza, di meccanica e di psicologia proprie di illusionismo e prestidigitazione si compiono esperimenti come trasmissione del pensiero, precognizioni e telecinesi. Nel mentalismo alcuni artisti dichiarano di essere prestigiatori (Silvan, Tony Binarelli) o di non esserlo (Giucas Casella o l’americano Kreskin). Giunto nel teatro al principio del secolo grazie alla popolarità del movimento dello spiritualismo, il m. nasce con artisti come i fratelli Davenport (che legati in un baule attiravano gli spiriti per muovere oggetti o suonare strumenti) o numeri di medium capaci di leggere a distanza, popolari soprattutto nei vaudeville americani. Il mentalismo più celebre è stato negli anni ’70 Uri Geller (poi smascherato da illusionisti). Negli anni ’80 una parte del m. si è notevolmente evoluta da curiosità a vera arte teatrale, grazie al movimento artistico della `bizarre magick’ (con autori e artisti di grande creatività quali Eugene Burger e Max Maven negli Usa e Christian Chelman in Europa) che ne ha scoperto il potenziale drammatico ed emotivo, tentando, con regia e drammaturgia specifiche, di restituire una profondità mistica alla magia su ispirazione di artisti come Peter Brook nel teatro.