massa,

Il teatro di massa è una forma di spettacolo di tipo festivo-rituale realizzata all’aperto con la partecipazione attiva di masse di soldati, operari e talvolta contadini, che si sviluppa durante la Rivoluzione bolscevica in Unione Sovietica a fine celebrativi. Con riferimenti sia ai grandi misteri medioevali sia alle feste laiche della Rivoluzione francese, il teatro di massa illustra con semplicità didascalica, grandi effetti scenografici e intensa partecipazione emotiva attraverso il linguaggio delle azioni e dei movimenti (scarsi i dialoghi) i grandi momenti della storia rivoluzionaria: Il rovesciamento dell’autocrazia (1919), Mistero del lavoro liberato dalla schiavitù (1920), La presa del Palazzo d’Inverno (1920). Realizzati con la collaborazione di registi quali Evreinov, gli `Inscenirovki’ durarono sino agli anni ’30. Nello stesso periodo si svilupparono forme analoghe in Germania ( Thomas Münzer , 1925). Unico tentativo italiano di teatro con partecipazione di masse è 18 BL di Alessandro Blasetti, realizzato a Firenze con partecipazione di camion, cannoni, soldati, Ballila su un fronte di trecento metri e un boccascena di venti. A un teatro per le masse appartengono invece sia il paternalismo fascista degli itineranti Carri di Tespi, sia l’esperienze francesi dei Comédiens routiers (1929-39) di Léon Chancerel e, nel secondo dopoguerra, del Théâtre National Populaire di Jean Vilar, che sulle suggestioni primonovecentesche di Romain Rolland e Firmin Gémier, promuovono un teatro di destinazione popolare, festivo e rituale.