Martini

Cresciuto nella cerchia dei giovani romani che faceva capo a Corazzini, dal quale fu influenzato nella stesura dei suoi primi versi, Fausto Maria Martini partecipò alla prima guerra mondiale, restando gravemente ferito. Dalla sua produzione teatrale emerge un intimismo vicino alla poetica crepuscolare, con venature di inquietudine. I personaggi che creò furono spesso senza caratteri accentuati e le trame delle sue opere prive di forte struttura drammatica, tanto che egli stesso le definì «drammi dell’insignificante», così come recita anche il titolo di una raccolta di scritti per la scena pubblicata nel 1928. Tali caratteristiche si ritrovano anche nella sua produzione letteraria e poetica. Tra le sue opere vanno ricordati Il giglio (1914), Ridi, pagliaccio! (1919), Il fiore sotto gli occhi (1921), Altra Nanetta (1923), La facciata (1924), La sera (1926). Scrisse anche per il cinema: nel 1915 realizzò il soggetto di Rapsodia satanica , film musicale influenzato dal movimento futurista, che venne diretto da Oxilia e che si avvalse dell’interpretazione di Lyda Borelli.