Marotta

Autore di romanzi e di racconti di grande successo anche popolare (L’oro di Napoli, 1947; A Milano non fa freddo, 1949; Gli alunni del tempo, 1960), critico cinematografico sui generis, Giuseppe Marotta si è dedicato saltuariamente anche al teatro. La rappresentazione dei caratteri, la ricostruzione degli ambienti, l’umorismo spesso intriso di disincanto, la forza del sentimento sono i cardini attorno a cui ruota la scrittura teatrale di M. Il vero protagonista delle sue opere è comunque il tipo napoletano, l’uomo che, come il califfo Esposito, compendia pregi e virtù della sua città, dall’arte di arrangiarsi alla prorompente vitalità. M. scrisse le sue opere per il teatro avvalendosi della collaborazione di Belisario Randone. Su tutte spicca, come segnalato, Il califfo Esposito , storia delle complicazioni sentimentali di `un guappo’ di quartiere, unito alle sue donne-moglie e amanti-con «viti , bulloni e fiamma ossidrica». Tra gli altri testi si ricordino Il contratto , Bello di papà, Veronica e gli ospiti, Il malato per tutti, Vado per vedove, che hanno incontrato, tra gli anni ’50 e ’60, una discreta risposta di pubblico.