Marini

L’attività di Giorgio Marini, caratterizzata dalla stretta collaborazione con personalità del mondo letterario e musicale, si muove attraverso l’interazione tra discipline artistiche diverse. Così, i primi spettacoli come Teologi di Borges (1969), Angelo custode di Fleur Jaeggy (1972), Impuro folle di R. Calasso (1974) e Un tram chiamato Thalulah della Jaeggy (1975), sono tutte elaborazioni personali di testi letterari. Tra il 1976 e il 1980 si dedica al teatro dell’opera come librettista, scrivendo Aspern (1978) e Cailles en sarcophage (1979) con il compositore S. Sciarrino. Queste esperienze lo portano a sperimentare strutture spettacolari articolate, evidenti soprattutto in Doppio sogno di Schnitzler (1981), Diluvio a Nordernej su testi di K. Blixen (1984), Fanatici di Musil (1986), Zoo o lettere di non amore da V. Sklovskij (1991). Si ricordano ancora le messe in scena di Il gran teatro del mondo di Calderón de la Barca, Il bagno di Diana da P. Klossowski (1988), La coltivazione degli alberi di Natale (1989) da tre Ariel poems di Eliot e Riunione di famiglia (1992) sempre di Eliot. Ritorna a dedicarsi alla regia lirica nel decennio 1980-90, collaborando con il Teatro La Fenice di Venezia all’allestimento di Butterfly di Puccini (1983), Rake’s Progress di Stravinskij (1985) e Lulu di Berg (1990). Dal 1989 tiene corsi di recitazione presso l’Università Cattolica, la Scuola d’arte drammatica `P. Grassi’ e l’Accademia d’arte drammatica `S. d’Amico’, i cui saggi conclusivi, come ad esempio Judit (1991) di F. Della Valle e Le danze (1992) su testi di Djuna Barnes e Gertrude Stein, si sono rivelati ottimi esperimenti scenici.