Malfatti

Trasferitasi con la famiglia a Parigi nel 1957, Marina Malfatti vi frequenta la scuola di René Simon. Due anni dopo, al rientro in Italia, ottiene una borsa di studio per il Centro sperimentale di cinematografia e le prime parti in teatro. Il vero debutto avviene nel 1962 quando Arnoldo Foà la chiama a interpretrare Due sull’altalena di Gibson. Alterna quindi commedie brillanti (Feydeau, Ayckbourn), e testi drammatici ( Rashomon di Fay e Kanin, Dal tuo al mio di G. Verga che le vale il premio Verga nel 1970), in quella duttile varietà di ruoli che caratterizza la sua intensa carriera. L’esordio in tv nel 1974, come interprete dello sceneggiato Malombra di Fogazzaro regia di D. Fabbri, le dà grande popolarità, come poi nell’84 Teresa Raquin di E. Zola, regia di G. Cobelli. Dal ’78 inizia un ciclo di grandi eroine: un’androgina Fronesio nel Truculentus di Plauto (1979, regia L. Salveti), Lisistrata e Anna Kuliscioff (1981, regie di R. Guicciardini), una spettrale Gigliola di La fiaccola sotto il moggio di D’Annunzio (1982, regia G. Cobelli), Antigone (1982), Elettra con la regia di L. Salveti, per la quale riceve nel 1984 la Maschera d’argento come interprete «che riesce a trovare sempre un punto di contatto tra le eroine classiche e la donna moderna», caratteristica che in effetti distingue la ricerca interpretativa dell’attrice. È quindi protagonista di testi scritti per lei: Corpo d’altri di G. Manfridi (1984), La cintura di A. Moravia (regia di R. Guicciardini, 1986), Tosca riscritto da A. Trionfo (1988), La voce umana di Cocteau adattato da R. Lerici (1989). Nel ’90 inizia un sodalizio artistico con il regista L. Squarzina, con il quale interpreta Come prima, meglio di prima e La vita che ti diedi di L. Pirandello, La locandiera di C. Goldoni, la protagonista ultranovantenne di Tre donne alte di Albee (1994), Candida di G.B. Shaw (1996), dando voce alla `realizzazione femminile’ sia individuale che sociale. Nel ’98 debutta in Sangue del contemporaneo L. Norén per la regia di W. Schroeter, con il quale prepara per il ’99 Zoo di vetro di T. Williams. Della sua attività cinematografica si ricordano i film con i fratelli Taviani ( Un uomo da bruciare , 1962; I fuorilegge del matrimonio , 1963), e per la tv negli anni ’90 La signora Morli una e due, Un posto freddo in fondo al cuore, A rischio d’amore.