Loggetta,

Compagnia della Loggetta nasce nei primi anni ’60, ma tentativi più volte interrotti di dare vita a un gruppo teatrale si registrano fin dal primo dopoguerra, caratterizzandosi nei suoi primi anni (dal ’60 al ’69) per il lavoro svolto sul piano locale. Gli autori frequentati sono Beckett, Genet, Ionesco, ma anche Büchner e Pirandello e le regie sono quasi integralmente curate da Mina Mezzadri, che allestisce anche suoi testi come L’obbedienza non è più una virtù. In seguito, dal ’67 al ’74, in linea con il clima del tempo, si alternano spettacoli a direzione collettiva (dopo l’uscita della Mezzadri, preceduta dal discusso Sette contro Tebe , presentato alla Biennale) a regie di M. Parodi (I carabinieri di Ioppolo), di Nuccio Ambrosino e di C. Bene (Arden of Feversham). Nel 1971 G. Scabia porta alla Biennale di Venezia il suo Scontri generali, tra i cui interpreti c’è M. Castri, futuro animatore della realtà bresciana. Sarà infatti Castri che con la Loggetta, al cui nome dal 1976 viene affiancato quello di Centro Teatrale Bresciano, inizierà una ricognizione nel teatro pirandelliano con i tre allestimenti di Vestire gli ignudi, La vita che ti diedi e Così è (se vi pare), seguiti da Hedda Gabler (1980) e nel 1985 Piccolo Eyolf di Ibsen. Nello stesso anno Castri guida la compagnia in un ‘Viaggio intorno a Goethe’, iniziato con l’Urfaust, presentato in anteprima al XXXIII Festival internazionale del Teatro di Venezia e che sarebbe dovuto proseguire con Faust I e Faust II nelle stagioni seguenti. L’esperienza finisce lì; ma Castri firma altre importanti regie come Il gabbiano (1987) di Cechov, John Gabriel Borkman (1987) di Ibsen e Fedra (1988) di G. D’Annunzio. Più di recente il Cbt è stato diretto da Sandro Sequi che ha messo in scena: Hotel dea Ames (1990) di Enrico Groppali, Britannico-Berenice (1991) di Jean Racine, La sposa di campagna (1994) di William Wycherly e Macbeth (1996) di W. Shakespeare.