Liberovici

Fondamentalmente autodidatta, Sergio Liberovici svolge un’intensa attività per il Teatro stabile di Torino componendo, tra il 1957 e il 1977, oltre sessanta musiche di scena (Riccardo II e Come vi piace di Shakespeare, Il passatore di Massimo Dursi). Nel 1958 fonda il movimento del Cantacronache, inaugurando un modo diverso di cantare la realtà. Si rivolge poi al teatro musicale con le opere La panchina , su libretto di I. Calvino (1956), La fidanzata del fiume (1957), Patapan novanta, ovvero l’Italia inventata col morto che parla (1959). Nel 1967 L. è tra i promotori del movimento Convegno del nuovo teatro a Ivrea. Il percorso artistico di L. è sempre volto a un impegno politico nell’arte e quindi a una canzone popolare socialmente impegnata. In seguito si orienta verso la didattica musicale e il teatro per bambini con gli spettacoli Fogli d’album (1982), Il grande chiasso (1983), La carta e l’inchiostro (1984), Per filo e per segno , tratto da Gramsci (1985). La sua ultima opera, incompiuta, è Mùlzel, o delle macchinazioni.