Léger

Nel 1922 L. venne incaricato da Rolf de Maré di ideare per i Ballets Suédois le scenografie e i costumi di Skating Rink , da un poema di Canudo con musiche di Arthur Honegger, dove l’artista ricostruì in tre dimensioni le sfaccettature astratte dei suoi quadri e stilizzò i costumi secondo i principi dell’asimmetria e del ritmo. Poco dopo si impegnò su La création du monde (1923), un balletto dal soggetto di Blaise Cendrars con la musica di Darius Milhaud, che gli diede l’occasione di accostarsi all’arte africana prediletta da Picasso e da Matisse, dandone tuttavia una diversa versione, giocosa e grottesca, dai toni di favola. Seguì l’avventura nel cinema con il regista Marcel l’Herbier, per il quale realizzò le scene del laboratorio di Einar Norsen nel film L’inhumaine . Girò il cortometraggio Le ballet mécanique (1924), musicato da George Antheil, realizzando la sua idea di dinamismo plastico degli oggetti. Il suo impegno nel cinema si concretizzò di nuovo nel 1944, con un episodio del film di Hans Richter Dreams That Money Can Buy , la storia di due manichini in una vetrina di New York. Nel frattempo L. era tornato al teatro con La boxe di Jacques Chesnais (1934), e di nuovo lavorò ai Ballets suédois con David trionphant (1936). Interessato al teatro popolare, collaborò a uno spettacolo presentato al Vélodrome d’Hiver, La naissance d’une cité , dove si mescolavano musica, danza, canto, ginnastica con musiche rumoriste ispirate alla metropoli moderna. Nel 1941, a New York, realizzò i fondali per Edgar et sa bonne di Labiche. Di nuovo in Francia, nel 1948 è la volta del `balletto industriale’ Les pas d’acier di Prokof’ev con la coreografia di Serge Lifar, col quale lavorò ancora nel 1950 per le scene del Bolivar di Milhaud, messo in scena all’Opéra di Parigi. Risale a due anni dopo il bozzetto per il costume dell’aviatore di L’homme qui voulait voler di Cazenueve.