Laurenzi

Il percorso di Anita Laurenzi si sperimenta nel teatro d’avanguardia e, dai teatrini romani (Elegia di A. Nediani, Teatro dei Satiri con P. Degli Esposti), in pochi anni è al Teatro Stabile dell’Aquila (Il pellicano di Strindberg, regia G. Calasso) e all’Olimpico di Vicenza (Georges Dandin di Molière con la Vukotic e Parenti, regia G. De Bosio, 1969). Seguono: Il Golem, scritto e diretto da A. Fersen; L’amante militare di Goldoni, regia di Giacomo Colli (1971) con la compagnia Teatro Insieme e Barbablù di M. Dursi, al Piccolo Teatro di Milano, con la regia di L. Puggelli (1974). Dopo un esordio cinematografico con M. Bellocchio (con il quale è tornata a lavorare nel 1997), ha stretto un lungo sodalizio con S. Sequi (dopo il successo a Catania in La vita che ti diedi di Pirandello) per il Centro Teatrale Bresciano, lavorando fra gli altri con L. Ronconi ( Fedra , 1968; L’Orestea , 1973; Una partita a scacchi , 1974; Utopia , 1975; Calderón , 1978), M. Castri (Le avventure della villeggiatura di Goldoni, 1997), M. Mattolini (Il mistero del mazzo di rose di M. Puig, 1987). Tra le sue interpretazioni più lodate dalla critica, quella di Madame de Sevigné in Mosca cieca di E. Groppali (1993).