Kramer

Gorni Kramer inizia da ragazzino lo studio della fisarmonica sotto la guida del padre, poi frequenta il Liceo musicale di Mantova e si diploma in contrabbasso. Affascinato dal jazz, è uno dei pionieri in Italia di questo tipo di musica, diventando il primo esecutore sulla fisarmonica e il più autorevole fra i jazzisti italiani della prima generazione. Non ancora ventenne suona in alcune orchestre, poi forma un quintetto e una sua orchestra. In anni in cui il fascismo vieta il jazz incontra notevoli difficoltà (per esempio l’Eiar gli dà l’ostracismo); comunque K. suona, dirige e scrive canzoni. Il suo primo grande successo è “Un giorno ti dirò” (1935), cui seguono molti altri: “Pippo non lo sa”, “Ho un sassolino nella scarpa”, “Che mele”, “Caramba (io songo spagnolo)”, “La postina della Valgardena”, “La nostra melodia”, “La famiglia musicale”, “Crapapelada”, “La vecchia fattoria”, “La mia donna si chiama desiderio”. Negli anni della seconda guerra mondiale si accosta al varietà e alla rivista musicale come direttore d’orchestra e compositore, facendosi chiamare (per il divieto di usare parole straniere) Maestro Crameri. Tra gli spettacoli di cui cura la parte musicale sono: Devo dirti una cosa (1940, testi di Letico e Maddalena), Una notte al Madera (1943, di Rubens), Non si potrebbe, ma… (1944), Quando la città canta (1945, di Marchesi), Si chiude (quasi) all’alba (1945, di Ferretti e Terzoli). Nel dopoguerra, dopo altri episodi minori ( Club Zero 3 , 1946, di Terzoli; Fortissimo , 1948, di Falconi e Frattini), comincia la collaborazione con la coppia di autori Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che prima di diventare impresari in proprio lavorano per gli `Spettacoli Errepì’ di Remigio Paone. Nel campo del teatro musicale Kramer trova la palestra ideale e firma partiture e canzoni per spettacoli che hanno fatto la storia del teatro leggero italiano; tra i suoi esiti migliori in questo campo: Black and White (1950, di Biancoli, Falconi e Vergani); Gran Baldoria (1951, con le Bluebells e il Quartetto Cetra); Gran Baraonda (1952, con Wanda Osiris e Alberto Sordi: grande successo delle canzoni “Chérie”, “I cavalieri del cielo”, “In un vecchio palco della Scala”, “Un bacio a mezzanotte”); Attanasio cavallo vanesio (1952; si impone la canzone “Merci beaucoup”); Alvaro piuttosto corsaro (1953); Made in Italy (1953, con Wanda Osiris e Macario: ritorno alla formula della rivista dopo le `commedie musicali’ con Rascel; spiccano le canzoni “Pardon, madame, pardon” e “Le gocce cadono”).

Per Garinei e Giovannini impresari in proprio, oltre che autori dei testi, K. firma fra l’altro le musiche per Tobia, la candida spia (1954, ancora con Rascel: ulteriore cammino verso il musical all’americana, anche per la presenza di un coreografo americano, Donald Saddler, e del New York Broadway Ballet); Giove in doppiopetto (1954, con Carlo Dapporto e Delia Scala; canzone “Com’è difficile il mestiere del marito”); Carlo non farlo (1956, musical-parodia delle nozze, a Montecarlo, fra il principe di Monaco e l’attrice americana Grace Kelly: ancora con Dapporto, che ha al fianco Lauretta Masiero; bella la canzone “Castellinaria”); L’adorabile Giulio (1957, con Dapporto e Delia Scala, terzo spettacolo della serie chiamata `trilogia del maliardo’, dal tipico personaggio di Dapporto; canzone “Simpatica”). Particolare rilievo ha Un paio d’ali , del 1957, con Rascel nel ruolo di un professore timido, indebitato e innamorato senza speranza, che tenta il suicidio ma poi si riconcilia con la vita; le coreografie sono dell’americano Hermes Pan e, a parte gli altri numeri musicali (brillantissimo “Euripides Rock and Blues”), lo spettacolo lancia la canzone “Domenica è sempre domenica”, destinata a diventare famosissima come sigla di chiusura di una fortunata trasmissione televisiva, “Il Musichiere”. Una `commedia con musiche’ è La padrona di Raggio di Luna (1955), basata più sul testo che sulla coreografia, interpretata da Andreina Pagnani ed Ernesto Calindri. Prossime alla formula della rivista La granduchessa e i camerieri (1955), con la Osiris, Billi e Riva; Buonanotte, Bettina (1956), con Delia Scala nel ruolo di una moglie che scrive un romanzo erotico e mette in imbarazzo il marito Walter Chiari; e soprattutto Delia Scala Show (1960), in cui la soubrette racconta la sua carriera, ballando su coreografie di Herbert Ross. Più vicine alla `musical comedy’ sono invece Un trapezio per Lisistrata (1958), tratto da Aristofane, spettacolo assai riuscito con Delia Scala, Nino Manfredi e il Quartetto Cetra a fare da coro; e Un mandarino per Teo (1958), con Walter Chiari, ispirato a un racconto di Eça de Queirós: interessanti le canzoni “Svegliati, amore” e “Soldi”. Alcuni spettacoli teatrali di K. sono portati sullo schermo: Attanasio cavallo vanesio (1953) e Alvaro piuttosto corsaro (1954), di C. Mastrocinque; Come te movi te fulmino (da Un paio d’ali , 1957) e Un mandarino per Teo (1960), di Mattoli. Gorni Kramer è un naturale talento musicale, arricchitosi con una preparazione specifica e la frequentazione dei classici, oltre che del jazz e di tutti i generi musicali, affrontati con lo stesso impegno. Nel campo del teatro musicale italiano riveste un ruolo da protagonista, per la felicità della vena melodica, la brillantezza dei ritmi, la ricchezza degli arrangiamenti, e soprattutto per aver contribuito in misura determinante alla maturazione di questo tipo di spettacolo.