Isgrò

Personalità vivace della neoavanguardia degli anni ’70, realizzatore di poesia visiva e di altre forme d’arte `oltranzistiche’ , negli anni ’80 ha cominciato a interessarsi al teatro, realizzando per Gibellina un’edizione, in dialetto del luogo, dell’ Orestea di Eschilo. Nota come l’ Orestea di Gibellina ( Agamènnuni , 1983; I Cuèfuri , 1984; Villa Eumenidi , 1985; tutti e tre per la regia di F. Crivelli), la trilogia eschilea di I. è ben più che una traduzione dialettale: un’interpretazione del mito che coinvolge la follia schizofrenica del mondo contemporaneo. In seguito ha realizzato, ispirandosi al personaggio dell’Eneide, Didone Adonais Domine , diretto da Memé Perlini a Barcellona (1986): `solitario per un’attrice e un coro di carte da gioco’ , specifica il sottotitolo; la protagonista, Didone, recita il suo assolo, cui rispondono altre figure di donna (ad esempio la sorella di Pascoli). Si ricorda, infine, una `tragedia elementare’, Giovanna d’Arco , diretta sempre da M. Perlini, con Ida Di Benedetto come protagonista (Milano 1989).