Intercity,

Intercity festival è una rassegna internazionale di teatro, danza, performance e arti figurative. Fondato nel 1988 da Barbara Nativi e Silvano Panichi, ha come sede stabile il Teatro della Limonaia, nella villa Corsi Salviati di Sesto Fiorentino. Suo obiettivo, pienamente riuscito, è quello di presentare ogni anno una panoramica sugli eventi di spettacoli e d’arte più significativi a livello mondiale attraverso ritratti monografici. L’esordio fu con New York, al centro della prima manifestazione, cui seguirono Mosca, l’anno dopo, Stoccolma nel 1990, e poi Budapest (1991), Montreal (1992 e 1993), Madrid (1994), Lisbona (1995), Londra (1996 e 1997) e Parigi (1998). Alcune di queste edizioni, tutte suggestive e interessanti, si sono rivelate un punto di riferimento come la prima dedicata a New York, e, ancor più quella di Mosca, grazie anche alla fortunata coincidenza politica: mentre la rassegna ospitava, tra gli altri, il teatro moscovita Taganka, con una Fedra di M. Cvetaeva, o il teatro Derevo di Leningrado, la compagnia Laboratorio Nove (che è la compagnia stabile cui è affidata la cura dell’I.) allestiva opere di drammaturgia sovietica contemporanea (ricordiamo Paradiso rosso di Nina Sadur, per la regia di B. Nativi).

Assai importante anche la rassegna di Montreal, che ha fatto conoscere in italia una drammaturgia vivissima ma scarsamente frequentata: un clamoroso successo fu decretato a Les aiguilles et l’opium , messo in scena da Robert Lepage, definito dalla critica come il Peter Brook del Québec; mentre il Laboratorio Nove presentava in italiano un avvincente poliziesco A casa con Claude di René-Saniél Dubois e, l’anno dopo, lo straordinario Le cognate di Michel Tremblay, letto con toscana espressività dalla Nativi. Se Budapest o Stoccolma hanno avvicinato capitali nordiche di lontani echi culturali, Lisbona ha entusiasmato, soprattutto con lo spettacolo barocco O Bichos di Joao Britos, rappresentato a Firenze nell’ambiente liberty della Stazione ex Leopolda, mentre Londra 1 e 2 ha interessato presentando il meglio di una produzione contemporanea di nuovi arrabbiati o iper-eccitati di ottimo livello ( Il trattamento di Martin Crimp).