Inge

Nato e cresciuto nel Kansas, quando cominciò a scrivere per il teatro (dopo aver fatto l’attore, l’insegnante e il critico) portò sulle scene i valori e gli ideali del Middle West in alcuni drammi d’impianto tradizionale, che negli anni ’50 gli diedero una fama seconda soltanto a quella di Williams (che lo aveva incoraggiato a scrivere per la scena) e di Miller. Il primo, e forse il migliore, fu Torna, piccola Sheba (Come Back, Little Sheba, 1950), storia di una sciatta e romantica massaia e del marito alcolizzato che venivano a patti con la realtà della loro vita. Seguirono Picnic (1953), che descriveva gli sconvolgenti effetti dell’arrivo di un vagabondo particolarmente virile sulle donne più o meno frustrate di una cittadina di provincia; Fermata d’autobus (Bus Stop, 1955); Il buio in cima alle scale (The Dark at the Top of the Stairs, 1957), uno studio psicologico sulla necessità di amarsi e capirsi all’interno di una famiglia. A questi quattro successi, dovuti all’abilità tecnica dell’autore, ai loro messaggi fondamentalmente ottimistici e all’immediata identificabilità dei loro schematici personaggi, fecero seguito altre opere che non piacquero né al pubblico né alla critica, e spinsero l’autore prima all’alcolismo, poi al suicidio.