Hoppe

Marianne Hoppe studiò recitazione al Deutsches Theater di Berlino e privatamente con Lucie Höflich. Debuttò nel 1928 e fece quindi parte della compagnia del Deutsches Theater sotto la direzione di Reinhardt sino al 1930. Quindi recitò al Neues Theater di Francoforte e ai Kammerspiele di Monaco in ruoli di primo piano (Adriana in La commedia degli errori, diretta da O. Falckenberg). Dal 1933 al ’45 lavorò con G. Gründgens (che sposò nel 1936 e dal quale divorziò nel 1946) al Teatro nazionale di Berlino: fu protagonista in Emilia Galotti (1937) e in Antigone (1940). Recitò anche in numerosi film. Dopo la guerra, dal 1947 al ’55, continuò a lavorare con Gründgens allo Schauspielhaus di Düsseldorf: interpretò Elettra ne Le mosche (1947) di Sartre e Celia in Cocktail party (1950) di Eliot. Nel 1962 lavorò nell’ultima regia di Gründgens, Il concerto di H. Bahr, al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo. Negli anni ’70 fu diretta in diverse occasioni da C. Peymann in opere di T. Bernhard. Restano famose le sue interpretazioni di Madeleine in Savannah Bay di M. Duras, allo Schiller Theater di Berlino (1986), e del ruolo maschile di protagonista in Re Lear , diretta da B. Wilson a Francoforte (1990). Definita `la Duse prussiana’, è a tutt’oggi considerata una delle più grandi attrici del teatro tedesco. Tra le sue interpretazioni più recenti vanno ricordate quelle al Berliner Ensemble: Quartett di H. Müller (1994); La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht, con la regia dello stesso Müller (1995); Monsieur Verdoux di Chaplin-Schroeter (1997).