Hikmet

Spirito inquieto e rivoluzionario, soggiornò a Mosca due volte (dal 1921 al ’23 frequentò un corso di sociologia all’università d’Oriente; dal 1923 al ’28 pubblicò i suoi primi versi in lingua turca), entrando in contatto con gli artisti dell’avanguardia russa (Esenin, Majakovskij). Tornato in patria si dedicò ad attività giornalistiche e cinematografiche, pubblicando nel frattempo alcune raccolte di poesie e tre opere teatrali ( Una casa di morto , 1932; Il teschio , 1932; L’uomo dimenticato , 1935) in cui si rilevano fantasia e uno spiccato spirito nazionalista. Nel 1938 fu arrestato sotto l’accusa di propaganda comunista e condannato a ventotto anni di carcere; liberato nel 1950, si stabilì l’anno seguente a Mosca, assumendo la cittadinanza sovietica. Nel 1956 fu rappresentata una sua commedia, Ma è poi esistito Ivan Ivanovic? , violentemente critica contro la burocrazia staliniana, che diede inizio al `disgelo’ culturale e alla revisione del culto della personalità.