Hendel

Colto, ironico, graffiante con il suo accento fiorentino grazie al quale può permettersi di dire le battute più crudeli mantenendo sempre un tono gentile e raffinato, Paolo Hendel è l’espressione di una comicità attenta alla quotidianità che sa farsi satira politica e di costume. Comincia tardi, irrompendo sulla scena del cabaret accanto a David Riondino (l’aneddoto vuole che salga sul palco durante un recital di quest’ultimo e si rompa in testa dei cocomeri, 1986). Debutta come autore e interprete di Via Antonio Pigafetta navigatore (1987) e continua a scrivere e presentare recital, rigorosamente da solo: Caduta libera (1990), Alla deriva (1992) e Nebbia in val padana (1995). Contemporaneamente inizia una fortunata carriera televisiva con Mai dire gol (1996), dove dà vita a personaggi esasperati che diventano popolarissimi – basti citare Carcarlo Pravettoni – e che confluiranno nell’ultimo suo recital, Il meglio di Paolo Hendel (1996). Significative, infine, le sue apparizioni cinematografiche: Speriamo che sia femmina di M. Monicelli (1986), Domani accadrà (1988) e La settimana della sfinge (1990), entrambi di D. Lucchetti, e Il ciclone di L. Pieraccioni, campione d’incassi nel 1996.