Haydée

Marcia Haydée studia danza classica con V. Veltcek, T. Leskova, S. Egorova e O. Preobrajenska e, dopo una prima apparizione nella compagnia del Teatro Municipal di Rio de Janeiro, nel 1957 entra nel Grand Ballet du Marquis de Cuevas, dove interpreta i primi ruoli solistici in balletti di repertorio (Giselle). Nel 1961 passa allo Stuttgart Ballet, del quale viene nominata prima ballerina (1962); qui stringe un sodalizio artistico di fondamentale importanza con il coreografo John Cranko, che sviluppa il suo straordinario istinto drammatico in balletti divenuti, grazie anche alla sua memorabile interpretazione, classici del nostro tempo: Romeo e Giulietta (1962), Onegin (1965), La bisbetica domata (1969), Carmen (1971), Initialen R.B.M.E. (1972), ai quali si affiancano le prove in creazioni di Kenneth MacMillan (Las Hermanas, 1963; Canto della terra, 1965), Glen Tetley (Voluntaries, 1973), John Neumeier (La dame aux camélias, 1978; Un tram che si chiama desiderio, 1983) e Maurice Béjart (Isadora; Le sedie; Wien, Wien, nur du allein). Dal 1976 al 1996, ancora attiva come ballerina, ha diretto lo Stuttgart Ballet, prodigandosi a mantenere intatto il repertorio di Cranko, ma insieme sviluppando lo stile della compagnia con lavori di H. Van Manen, U. Scholz, W. Forsythe, J. Kylián e con sue creazioni, quali La bella addormentata (1987), la singolare rilettura di Giselle (1989), il discusso The Planets (1991). Dal 1992 al 1994 è stata inoltre responsabile artistico del Balletto di Santiago del Cile. Vera tragédiènne della danza, dotata di una personalità teatrale incisiva e di una emozionante sensibilità interpretativa, è considerata una delle più importanti personalità della scena ballettistica internazionale degli ultimi trent’anni, spesso a fianco di Richard Cragun, con il quale ha formato una partnership memorabile. Ritiratasi ufficialmente dalle scene nel 1996, continua ad apparire come ospite in piccoli ‘camei’ per ruoli di carattere, come la strega Madge in La Sylphide di Peter Schaufuss (Stoccarda 1998).