Hasenclever

Studiò diritto a Oxford, quindi lettere e filosofia a Losanna e a Lipsia; dopo il 1910 si dedicò principalmente all’attività di scrittore. Dal 1914 al ’16 fu volontario in guerra, ma più tardi divenne pacifista. Dal 1924 al ’28 fu corrispondente da Parigi; privato nel 1933 della cittadinanza tedesca, visse in Francia fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Internato nel campo di concentramento di Les Milles, vicino a Aix-en-Provence, si avvelenò per paura di essere consegnato alla Gestapo. Nel teatro di H. si esprimono con singolare violenza i conflitti psicologici e politici di un’intera generazione. Il suo dramma Il figlio (Der Sohn, 1914), per cui ottenne il premio Kleist, è considerato uno degli esempi più tipici del teatro espressionista; sempre del 1914 è un’altra delle sue opere più significative, La conversazione infinita (Das unendliche Gespr&aulm;ch). Il tema del pacifismo assume venature religiose in Il salvatore (Der Retter, 1915) e Antigone (1917); con Uomini (Die Menschen, 1918) H. si allontana dallo stile espressionista e utilizza a fini drammaturgici le suggestioni del cinema muto. A Parigi scrisse anche commedie come Un signore perbene (Ein besserer Herr, 1927); tra le sue ultime opere Assassinio (Mord), del 1938.