Hašek

Intellettuale bohémien, letterato anarchico, assiduo frequentatore delle osterie praghesi, trascorse gran parte della sua vita avventurosa vagabondando per la Boemia e l’Ungheria. Tra il 1910 e il 1914 si guadagnò da vivere come cabarettista improvvisatore, nelle bettole prima e più tardi nel cabaret praghese Cerevná Sedna. Durante la prima guerra mondiale fu soldato sul fronte austro-russo; fatto prigioniero, dopo la rivoluzione sovietica divenne commissario politico. Nel 1921 scrisse due commedie burlesche, Il ministro e il suo bambino , proibita dalla censura, e Da Praga a Bratislava in 365 giorni . L’opera per cui H. viene soprattutto ricordato è il romanzo Le avventure del buon soldato Švejk durante la guerra mondiale (1920-23); al testo incompiuto il giornalista Karel Vanek (1887-1933) aggiunse con poca fortuna una quinta e una sesta parte. Da Le avventure del buon soldato Švejk furono tratte diverse versioni teatrali: da ricordare quella di Max Brod e Hans Reimann, rappresentata a Berlino nel 1927 per la regia di E. Piscator (con maschere e fantocci creati da Grosz), e quella di Brecht (1943-44), ambientata durante la seconda guerra mondiale. Švejk rappresenta un furbo-sciocco che riesce a sopravvivere nelle retrovie del fronte grazie alla sua saggezza popolare e che, con la sua ostentata ubbidienza, mette in ridicolo il macchinoso sistema dell’esercito asburgico. Con una vena di umorismo tragico, la storia è una chiara condanna del militarismo e della guerra.