Haber

Dopo aver debuttato a diciotto anni in Tutto è bene quel che finisce bene di Ammirata e aver preso parte a Misura per misura diretto da Missiroli (1968), Alessandro Haber entra nell’ambiente delle `cantine romane’ partecipando a Il diavolo bianco di Webster (1973) e La principessa Brambilla di Hoffmann (1974), entrambi diretti da Giancarlo Nanni. Contemporaneamente inizia una ricca e interessante carriera cinematografica, lavorando con molti dei nuovi registi italiani (M. Bellocchio, i Taviani, B. Bertolucci, C. Maselli, N. Moretti) ma continuando a frequentare il palcoscenico. Molti i titoli della seconda metà degli anni ’70, di cui vanno citati Rosa Luxemburg con la regia di L. Squarzina allo Stabile di Genova, Dialogo della Ginzburg diretto da L. Salveti e Michele Pezza, duca di Cassano… messo in scena da A. Trionfo. Nel 1982 è Calibano nella Tempesta diretta da C. Cecchi, per tornare poi a lavorare con Missiroli, che sa valorizzarne il notevole vigore in Orgia di Pasolini (1984) e in Tragedia popolare (1989). Dopo una significativa presenza nella stagione del Piccolo Teatro come interprete dell’ Intervista di N. Ginzburg (1990, regia di C. Battistoni), trova in Nanni Garella un regista capace di dar voce alla sua esuberanza, prima con Jack lo squartatore (1993), poi con il premiato Arlecchino servo di due padroni (1995) e, infine, con Woyzeck di Büchner (1996), spettacolo che ha fatto discutere molto per la presenza, accanto a H., di due danzatori in carrozzella della compagnia CandoCo. Attore dalla recitazione travolgente, di grande generosità in scena, ha parafrasato la propria biografia artistica e umana nel film La vera vita di Antonio H.