Gray

Venne scelta da Garinei e Giovannini per Gran Baraonda , sontuosa rivista (1952-53) con la Osiris che gorgheggia “M’hai rapito il cuore sussurrandomi: chérie chérie chérie chérie”; altre canzoni di successo (musica di Kramer), “In un vecchio palco della Scala” e “Un bacio a mezzanotte”, con il Quartetto Cetra. Comico A. Sordi, in un famoso sketch (poco apprezzato dal pubblico) in cui prendeva garbatamente in giro la Wandissima, e lei spiritosamente d’accordo nella smitizzazione del personaggio. Per la scelta bizzarra di un `nome d’arte’ maschile, protagonista del famoso romanzo di Wilde, la soubrette venne presa in giro da tutti i colleghi, che via via le suggerivano altri pseudonimi: Ettore Fieramosca, Giovanni dalle bande Nere, Capitan Fracassa e via celiando. Sempre con la Osiris, D.G. fu in Made in Italy di Garinei e Giovannini; in quell’occasione la G. fece arrabbiare la Osiris presentandosi in scena con un abito di Schubert più ricco e sontuoso di quello, anch’esso firmato Schubert, destinato alla Wandissima. Dotata di un caratterino tutto pepe, D.G. escogitava mille trucchi per farsi notare. E ci riusciva: un critico, abbagliato da una travolgente passerella, lodò «le magnifiche caviglie di D.G., scoperte fino all’inguine». Aveva partecipato (1950-51) a Votate per Venere con Macario, E. Giusti, Bramieri; divenne primadonna nella stagione 1954-55 con Passo doppio di Scarnicci e Tarabusi; nel cast, Bramieri, Vianello e Tognazzi. Indossava una «formidabile serie di elegantissime toilettes: la sera della prima – notò il critico Mario Casalbore – D.G. entrava al finale con una crinolina di proporzioni enormi, al punto che buona parte degli attori, per mancanza di spazio, doveva uscire di scena!». Nelle repliche, la crinolina venne ridotta a più miti dimensioni. «Fu il mio ultimo spettacolo teatrale: il cinema mi apriva le braccia» dichiarò. Fu sullo schermo in Mani in alto! con Rascel, in Totò, Peppino e la malafemmena , in Le notti di Cabiria di Fellini e Il grido di Antoniani.