Gravina

Dopo un precoce esordio con la partecipazione nel film di Lattuada Guendalina (1957), Carla Gravina interpreta come protagonista Esterina (1959) di Lizzani, che ne mette in risalto le doti di attrice dallo sguardo inquieto e dal fascino personale e aggressivo. Altre buone prove cinematografiche in Jovanka e le altre (1959), Un giorno da leoni (1961), I sette fratelli Cervi (1968), Cuore di mamma (1969) e nel film francese Senza movente (1971). Intensa anche la sua attività teatrale a partire da un’edizione di Romeo e Giulietta di Shakespeare a Verona nel 1960. Recita in seguito allo Stabile di Napoli, allo Stabile di Torino e al Piccolo Teatro di Milano nelle Baruffe chiozzotte di Goldoni (1964) e nel Marat-Sade di P. Weiss (1967). Da ricordare anche le sue partecipazioni al Teatro greco di Siracusa ( Elettra di Sofocle, 1970) e al Teatro di Roma ( Giochi nella notte di F. Gilroy, 1975). In seguito lavora in Sei personaggi in cerca d’autore (1980), La gatta sul tetto che scotta (1983), con la regia di G. Sbragia. Nel 1984 recita ne La governante di Vitaliano Brancati con la regia di Squarzina, nel 1987 in Santa Giovanna dei macelli di Bertolt Brecht e l’anno dopo è al festival Taormina Arte nel Faust diretto da G. Sbragia. Ultimamente ha recitato in La marchesa di O… (1990) per la regia di E. Marcucci e Nostra Dea (1992) di M. Bontempelli (regia di M. Missiroli). In televisione appare per la prima volta come valletta nello storico programma Il musichiere a fianco di Mario Riva, per interpretare in seguito tormentate figure femminili, in numerosi sceneggiati: Katia in Padri e figli (1958), Polina Alexandrova ne Il giocatore di Dostoevskij (1965).