Golovin

Sia nelle tele sia negli immensi pannelli scenici mostrò la sua tendenza al decorativismo e all’intensa espressività del colore. Allievo di Levitan, assorbì la lezione dell’impressionismo, riscontrabile già nelle prime scenografie ( La casa di ghiaccio di Korešcenko, 1900). Dal 1901 fu lo scenografo dei Teatri imperiali di Pietroburgo. Dal 1908 al ’17 realizzò scenografie per Mejerchol’d, nelle quali sperimentò la possibilità di annullare il più possibile lo spazio fra la scena e la platea, giovandosi di fondali che uscivano dallo spazio della ribalta. Dopo la rivoluzione allestì scenografie per opere di Gluck e Stravinskij. Passò in seguito al MCHAT, dove recuperò i principi del realismo per adeguarsi alle esigenze di Stanislavskij.