Gerolamo

Il Teatro Gerolamo prende il nome dalla marionetta piemontese Gerolamo della Crina e nasce nel 1806 con l’attività del burattinaio G. Fiando. Dedito esclusivamente a spettacoli di marionette, la sua storia è segnata, nel 1885, dall’arrivo della celebre dinastia dei Colla che ne assume la direzione dal 1910 al 1957, organizzando spettacoli per intere stagioni. Tra gli allestimenti di questo periodo va ricordata la tradizione milanese di riproporre con le marionette gli spettacoli della Scala, per il pubblico dei bambini. Nel 1957 con Gerolamo e gli antropofaghi e il ballo Cenerentola , i Colla abbandonano il teatro. Lo stesso anno, dopo una minaccia di demolizione elusa grazie all’interessamento di P. Grassi, il teatro diviene pubblico; viene restaurato e ammodernato e, nel 1958, viene inaugurato da uno spettacolo di Eduardo De Filippo (L’opera del pupo e Pulcinella vedovo e disgraziato… di A. Petito). Nel suo primo periodo di attività ospita noti interpreti di prosa, di lirica, di canzoni, quali F. Valeri, L. Brignone, Rascel, P. Borboni, D. Modugno, O. Vanoni, G. Gaber, W. Osiris, Milly. Dal novembre del 1960 il teatro diviene sede della compagnia stabile del Teatro dei Milanesi diretta da Carlo Colombo. La compagnia propone un repertorio di commedie in dialetto meneghino contrassegnando di uno spirito comico e popolaresco l’attività del teatro. Da un lato `restaura’ le commedie più antiche con l’intento di ridurre le distanze fra l’epoca in cui furono composte e quella contemporanea, dall’altro presenta opere coeve con il proposito di intrattenere divertendo. Tra le commedie allestite ricordiamo: Il focolare domestico di C. Bertolazzi, Ou colp de fulmin di E. Ferravilla, La lengua de can di D. Guicciardini, Arabella di De Marchi. Nel 1978, quando la compagnia del Teatro Milanese abbandona il Teatro Gerolamo per sistemarsi in spazi più ampi, il teatro passa alla direzione di U. Simonetta, il quale mantiene nei suoi intenti il clima umoristico delle passate stagioni, ma con un occhio attento ai mutamenti della società sotto il punto di vista linguistico e culturale. Il proposito di Simonetta è infatti quello di rappresentare un repertorio comico satirico di un certo interesse attuale, recitato in una nuova lingua italiana creata dalla fusione di dialetti regionali diversi e dalla contaminazione di termini stranieri. Gli spettacoli presentati nelle nuove programmazioni del G. sono principalmente scritti e diretti da Simonetta: Mi voleva Strehler (1978), C’era un sacco di gente soprattutto giovani (1979), Italiani si muore (1979); L’Adalgisa da Gadda (1980); Il figlio sorridente (1981); Caro Tognoli (1982); ma il teatro dà spazio anche ad altri autori: Livia Cerini ( In metrò lo escluderei , 1982), Sandro Bajini ( Triangolo equilatero , 1980), M. Micheli ( Né bello né dannato , 1981 ). Gli spettacoli si susseguono fino al 1983 quando un’ordinanza del Comune costringe il teatro a chiudere per ragioni di sicurezza.