Gatti

Trasferisce nella sua attività teatrale l’intenso impegno politico e sociale che ha caratterizzato la sua prima giovinezza. Egli è infatti parte attiva nella difesa di molte cause civili, combattute anche sulla scena con opere come La vita immaginaria del netturbino Augusto G. (La vie imaginaire de l’éboueur Auguste Geai, 1962), Le Quetzal (1960) o La passion du général Franco (1968). Nell’opinione di G. chiunque sia morto per difendere un ideale di giustizia sociale ha il diritto di essere ricordato: funzione prima del teatro è dunque quella di perpetuare azioni e pensieri di lotta. Attivo durante la Resistenza, G. è stato deportato in un campo di concentramento: l’esperienza si esprime pienamente ne L’enfant-rat (1960) e in Deuxième existence du champ de Tatenberg (1962), soprattutto attraverso la rottura della temporalità tradizionale e nel tentativo di fondere – nella successione delle diverse sequenze e nell’uso stesso del linguaggio – passato, presente e futuro.