Gambaro

Dopo i successi nella pittura, Niente per amore di O. del Buono (regia di F. Enriquez, Milano, Teatro Manzoni, 1962 ) è il debutto di Maria Antonietta Gambaro nel teatro: una passione che diventa prevalente, orientandosi infine verso la lirica e il balletto. Tra il 1969 e il 1973 (con gli allestimenti per la Norma di Bellini, regia di F. Enriquez, Catania, Teatro Bellini, 1969; Pelléas et Mélisande di J. Sibelius, regia di B. Menegatti, Milano, Teatro alla Scala, 1970; Le notti egiziane di Prokof’ev, regia di B. Menegatti, Milano, Scala, 1971; Daphnis et Chloé di M. Ravel, regia di U. dell’Ara, Palermo, Teatro Massimo, 1972; La tragedia di Salomè di F. Schmitt, regia di B. Menegatti, Firenze, Teatro Comunale, 1973) alleggerisce le atmosfere sfruttando di frequente effetti prospettici accostati a uno specifico uso delle luci; più avanti (ad esempio con il balletto su musica di Vivaldi Ricercare a nove movimenti , Milano, Scala, 1975; Un sorso di terra di H. Böll, 1978; Oberto, conte di San Bonifacio di Verdi, regia di G. De Bosio, Bologna, 1979), lo spazio diviene funzione dei movimenti scenici, in uno stile che si sviluppa ulteriormente fino a immaginare strutture (come quelle a cubi del celebre Trovatore di Verdi, regia di G. De Bosio, Genova, 1980) che supportino con equilibrata emotività lo svolgersi delle vicende.