Fougez

Il nome d’arte Fougez, le fu imposto a emulazione di Eugénie Fougère, grande chanteuse francese. Ma la scelta dello pseudonimo obbediva anche a un `travestimento’ esotico pressoché obbligatorio esaltato addirittura in canzoni napoletane diffuse ancora oggi: “Chi me piglia pe’ francese, chi me piglia pe’ spagnola, ma so’ nata a Ponte ‘e Mola”. Oppure, ancora più esplicitamente, in “‘A sciantosa” di Capurro-Gambardella: “Nfaccia a `o cartiello – so’ Mademoisell Lilì – ma sempe Nannina so”‘. Bambina prodigio, a nove anni era già contesa dai teatri di varietà. Ebbe grande successo anche a Parigi; a 29 anni, star di prima grandezza, percepiva compensi astronomici: 500 lire a sera. (Erano i tempi di “Se potessi avere mille lire al mese”). Dal 1928 formò compagnia di riviste con il marito, il ballerino francese, esperto di tango, René Thano. Sui primi manifesti, veniva definita `stella eccentrica’, non essendo ancora stato importato il termine `soubrette’. Così comparve in cartellone, partner di Peppino Villani, comico napoletano, e si distinse soprattutto come interprete veemente e passionale di canzoni diventate popolari: “Vipera”, di E. A. Mario oppure “Salotto bleu” di Neri e Bonavolontà, 1923, eseguita quest’ultima all’Eldorado di Napoli. Diceva il refrain : “Salotto bleu – del nostr amor – con quanto ardor – verrò quassù”. In scena, impennacchiata alla parigina eseguì, “Fox-trot delle piume”. Grande successo ebbe la rivista Donne, ventagli e fiori . Nella stagione 1935-36, al Quattro Fontane di Roma, la compagnia Fougez-Thano presenta Sogno di una notte di primavera di Ricciuti e Spadetta, con l’esordio di un comico napoletano di talento: Nino Taranto, che dopo questa partecipazione, dalla stagione seguente, farà compagnia in proprio. Nella stagione 1936-37, ecco la coppia dar lezioni di ballo a un `cafone abruzzese’, il comico dialettale Virgilio Riento. La rivista si intitola Svegliati Giacchino! , autore Mario Massa. Nella stagione seguente va in scena, con grande successo, Bentornata primavera . Nel cast, Rosalia e Dante Maggio e un Carlo Dapporto in ascesa irrefrenabile. È già stato applaudito nell’imitazione di Stanlio accanto a Campanini-Ollio, qui diventa attore brillante e ballerino. «Con la divina Fougez ed il suo celebre partner René Thano, ballavo il `Bolero’ di Ravel», ricorda. Riviste sempre sfarzose `alla parigina’: in Trionfo italico , scende da una scalinata lunga e fastosa, in anticipo sulle discese di Wanda Osiris. Il talento della F. rifulse soprattutto nell’interpretazione delle canzoni. Esecuzione che ella stessa codificò: «Mimica facciale, comica, pronunzia, voce, bel corpo, abbigliamento, truccatura, tutto concorre ad un unico risultato di una buona, perfetta interpretazione. Occorre analizzare attentamente, parola per parola, sillaba per sillaba, con i respiri della punteggiatura, il testo della canzone». Nel film Gran varietà , 1954, di Domenico Paolella, venne imitata da Lea Padovani; Sordi rifaceva il fantasista-trasformista Fregoli.