Forzano

Laureato in legge, fu collaboratore de “La Stampa” e del “Corriere della Sera”. Raggiunse la notorietà con alcuni libretti d’opera, fra i quali quelli per Gianni Schicchi di Puccini e Lodoletta di Mascagni. Dopo aver pubblicato anche romanzi storici e popolari, si dedicò al teatro, scrivendo commedie borghesi ( Gli amanti sposi , 1924 e Il dono del mattino , 1925), a sfondo storico ( Il conte di Bréchard , 1924; Danton , 1929; Campo di maggio , 1930; Cesare , in collaborazione con Mussolini, 1937) e di esaltazione della nazione ( Racconti d’autunno, d’inverno e di primavera , 1937). Come regista va ricordata la sua messinscena de La figlia di Iorio di D’Annunzio, nel 1927 al Vittoriale. Nel 1929 fu l’ideatore dei Carri di Tespi di prosa.