Fontana

Dopo una fase dedicata principalmente all’astrattismo e a una certa geometrizzazione di matrice costruttivista, Lucio Fontana nell’immediato dopoguerra teorizzò lo spazialismo, con ben sette manifesti tra il 1947 e il ’53. La sua ricerca, incentrata principalmente sulla rappresentazione dello spazio, lo portò a realizzare tagli e buchi sulle tele, liberandolo da ogni definizione materica e da ogni vincolo di senso rinascimentale o naturalistico. Nel 1964, in seguito a un’opera intitolata Teatrini, Fontana sviluppò l’idea per una messa in scena del proprio stile, che lo spingerà a realizzare le scenografie per La scatola magica , in collaborazione con Pietro Consagra, Fabio Mauri e Giulio Turcato, e soprattutto le scene e i costumi del Ritratto di Don Chisciotte , balletto di Petrassi con la coreografia di A. Milloss (Scala 1967).