Fokine

Studiò presso l’Accademia imperiale di Pietroburgo con diploma nel 1898, divenendo danzatore principale (solista) nel 1904 con debutto di coreografo nel 1905 e con uno spettacolo di allievi (il balletto Aci e Galatea ). Nel 1907 creava per Anna Pavlova un assolo che doveva diventare famoso: La morte del cigno , ripreso poi nel corso del secolo da molte altre grandi stelle con immenso favore. La sua prima grande coreografia, per il complesso dei Ballets Russes, è stata Le pavillon d’Armide (musica di Cerepnin, 1909). Nella stessa occasione del debutto a Parigi della compagnia di Diaghilev, F. metteva in scena Les Sylphides (musica di Chopin), nuova versione di Chopiniana . Ballerino dotato di ottima tecnica, il contributo creativo maggiore lo ha dato nella coreografia, addirittura come riformatore alla stregua di innovatore della qualità e dell’importanza di un Noverre o di un Viganò. Sono noti i cinque punti dettati al “Times” di Londra nel 1914, nei quali si precisavano le regole da adottare per la realizzazione di una composizione coreografica secondo canoni riguardanti una completa armonia teatrale, stilistica e registica, all’interno della costruzione di un balletto, oltre all’imprescindibile integrazione – per quei tempi – tra il libretto, la musica e la scenografia. Proprio con Diaghilev, e nella sua compagnia, riuscì a realizzare le sue idee innovatrici. Ottenevano molto successo con i succitati balletti: Le danze polovesiane (dall’opera Il principe Igor di Borodine), Carnaval , L’uccello di fuoco , Le spectre de la rose , Petruška , Daphinis et Chloé , Il gallo d’oro , che offrivano al grande Nijinskij l’estro per indimenticabili interpretazioni. Interrompeva la collaborazione con Diaghilev, quindi con i Ballets Russes, proprio quando Diaghilev manifestò l’intento di affidare a Nijinskij il compito della coreografia. F. si faceva ballerino free-lance, tranne nel periodo (1936) in cui fu coreografo dei Ballets Russes di Monte-Carlo di René Blum e ospite della Scala, con coreografie per Samson et Dalila di Saint-Saëns e L’amore delle tre melarance di Prokof’ev. Orientava in seguito i suoi viaggi e i suoi interessi verso gli Usa per stabilirsi poi definitivamente a New York, dove creava le sue ultime opere: Barbablù (musica di Offenbach-Dorati, 1941) e Il soldato russo (musica di Prokof’ev, 1942). La sua opera comprende sessanta titoli, tra i quali sono conosciuti anche quelli del periodo con i Ballets Russes di Monte-Carlo, che portò al Maggio musicale fiorentino nel 1938: Don Juan di Gluck e L’épreuve d’amour ; ma tutta la forza della sua eccezionale creatività, in relazione anche al tempo in cui la esplicò, sta nella prima parte della sua carriera, quando lavorò per Diaghilev e diede i lavori-cardine della sua opera. Un elenco completo dei suoi balletti si trova in “Les saisons de la danse” del febbraio 1973.