Ferro

Iniziò la sua attività, come attor giovane, nella compagnia Anselmi-Abbruzzo. Alcuni anni dopo (1953), con Ida Carrara, tenta la via del capocomicato, mettendo in scena: Il berretto a sonagli (che diventerà un suo cavallo di battaglia fino agli anni ’90), Lumie di Sicilia e La bella addormentata di Rosso di San Secondo. Nel 1957 costituisce l’Ente Teatro di Sicilia, diretto da Mario Giusti, che diventerà il Teatro stabile di Catania (1958). Il suo repertorio ebbe come punto di riferimento la drammaturgia siciliana, da Capuana a Martoglio, da Pirandello a Rosso, a Joppolo, a Brancati, a Sciascia, a Fava. Nel 1962 fu chiamato da Squarzina per La grande speranza di Rietmann e Ciascuno a suo modo di Pirandello. Nel ’62 interpreta anche I carabinieri di Joppolo (festival di Spoleto, regia di Rossellini). Nel 1966 è il mago Cotrone nella memorabile messinscena di Strehler dei Giganti della montagna . Segue il sodalizio con Lamberto Puggelli, che lo dirige nei Malavoglia , in L’ultima violenza di Fava, Il gallo di Brancati e nel Berretto a sonagli , che verrà presentato al pubblico parigino. Nel 1987, con la regia di Calenda, è protagonista di Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo. Negli anni ’90 è diretto dal figlio Guglielmo nel Malato immaginario (1990), in Servo di scena di Harwood (1993), nel Consiglio d’Egitto di Sciascia (1995). Con Armando Pugliese realizza I vicerè da De Roberto (1995); con Antonio Calenda Il visitatore di Schmitt (1996). Le sue ultime interpretazioni sono: Il gattopardo da Tomasi di Lampedusa, regia di Puggelli (1996); La tempesta di Shakespeare, sempre con la regia del figlio Guglielmo (1997).