Ferrero

Diplomatosi in regia all’Accademia d’arte drammatica di Roma (con La guerra di Troia non si farà di Giraudoux, 1950), Mario Ferrero è assistente di O. Costa dal 1948 al ’53. Esordisce con l’allestimento di Cocktail party di Eliot (1950; prima nazionale all’Odeon di Milano, con Renzo Ricci), per poi dirigere numerosi spettacoli. Molto attento alla drammaturgia, lavora su Anouilh (Allodola , 1953; Becket e il suo re, 1960), Shakespeare (Il mercante di Venezia con M. Benassi, 1955; Giulio Cesare, 1960; Le allegre comari di Windsor, 1968), Eliot (Assassinio nella cattedrale, 1955; Riunione di famiglia , 1964), Cechov, Pirandello, Goldoni e autori contemporanei ( Le lacrime amare di Petra von Kant di Fassbinder, 1979; Porta sbagliata e Paese di mare di N. Ginzburg, 1991-92). Dal 1979 torna all’Accademia come insegnante di recitazione; ha diretto diversi saggi, tra cui Venti personaggi in cerca d’autore , da Pirandello (1986), Perché all’amore non si risponde con l’amore , da Cechov (1993), Shakespeare delle ambiguità (1994). Intensa la sua attività di regista per la radio e la televisione, dove ha firmato alcuni adattamenti di classici: da Il matrimonio di Gogol’ (1954) e Il costruttore Solness di Ibsen (1960) agli sceneggiati La vita di Giuseppe Verdi (1963) e Le sorelle Materassi (1972). Tra le regie liriche si segnalano quelle realizzate per il Maggio musicale fiorentino ( Orlando di H&aulm;ndel, 1959; Festa monteverdiana , 1967; Boccaccio di Suppé, 1970)