Evreinov

Nikolaj Nikolaevic Evreinov studia diritto e musica, poi debutta in teatro con una serie di commedie: L’origine della felicità e Stepik e Manjurocka (1905), Il bel despota e La guerra (1906), La nonna (1907) e Una tale donna (1908). A partire dal 1907 dirige il Teatro Antico, dove vengono ricostruite sacre rappresentazioni medioevali francesi e spettacoli del secolo d’oro spagnolo. Lavora come regista prima al teatro di Vera Komissarzevskaja in Salomè di Wilde (1909) e Francesca da Rimini di D’Annunzio (1909), poi al teatro ‘Lo specchio curvo’, dedicato alla caricatura e al grottesco, per cui scrive fra il 1911 e il ’15 una serie di arlecchinate (La gaia morte , Il revisore , su motivi gogoliani, da lui stesso definito ‘buffonata da regista’, La scuola delle stelle, La cucina del riso ) e di `monodrammi’, genere da lui inventato, dove il protagonista rappresenta il mondo come lo percepisce in un dato momento della sua esistenza: Una Colombina dei nostri giorni , Tra le quinte dell’anima, Le rappresentazioni dell’amore e la trilogia Ciò che più importa, La nave dei giusti e Il teatro della guerra eterna. Evreinov è anche autore di saggi dove sostiene la teoria di un teatro fortemente soggettivo e orientato al recupero di una libera teatralità: Introduzione al monodramma (1912), Il teatro come tale (1912), Il teatro per sé (1915-17). Emigrato a Parigi nel 1925, continua la sua opera di commediografo (scrive anche canovacci per balletti), regista (dirige un teatro in lingua russa), saggista e storico del teatro (Le théâtre en Russie sovietique, 1946; Histoire du théâtre russe, 1947).