Deval

Boularand; Parigi 1894 – ivi 1972), commediografo. Fin dal suo esordio come autore drammatico, con Une faible femme (1920), lo stile di D. oscilla tra la satirica provocazione del pubblico e la volontà di compiacerne i gusti. Le commedie più riuscite sono quelle in cui non si attiene a questa formula di compromesso: Étienne (1930), Mademoiselle (1932) e Prière pour les vivants (1933), in cui D. non concede spazio agli ammiccamenti agli spettatori del teatro boulevardier e invece scava nell’ipocrisia dei rapporti famigliari. Il suo più grande successo è Tovaritch (1933, scritta per E. Popesco), in cui una vecchia coppia di aristocratici russi è costretta, in seguito alla rivoluzione bolscevica, a emigrare a Parigi, dove presta servizio nella casa di un deputato socialista. Questo spettacolo brillante esibisce il mestiere di D. nella successione dei colpi di scena e nella vivacità frizzante dei dialoghi. Tra i suoi testi ricordiamo: Ce soir à Samarcande (1950); La manière forte (1954); La prétentaine (1957); La Venus de Milo (1963); Et l’enfer, Isabelle? (1963); Un homme comblé (1964); Xavier (1967); Miam-Miam ou le diner d’affaire (postuma, nel 1978).