De Mola

Frequentò le magistrali perché in casa la volevano insegnante, ma studiò anche canto interpretando Schubert e Pergolesi. Poi vinse un concorso di voci nuove al Lirico di Milano, e quindi fu spesso scritturata come `rinforzo’ in compagnie d’avanspettacolo: le toccava un `numero’ con tre canzoni. Debuttò in rivista nella stagione 1943-44 con Quanto è possibile di Nelli e Mangini al Politeama di Napoli: tredici mesi di repliche. Seguirono, sempre accanto a Renato Rascel, diventato suo marito, Al Ragno d’oro , Allegretto ma non troppo , Settenote , Viva Fra Diavolo , Cominciò con Caino e Abele , Il cielo è tornato sereno . Passò poi accanto a Macario in Oklabama di Amendola e Mac (1948-49), accanto a Tognazzi in Quel treno si chiama desiderio (1950-51). Salto di qualità, nella stagione 1953-54, nella rivista di Garinei e Giovannini Alvaro piuttosto corsaro , con Rascel ex marito e canzoni sentimentali di Kramer (“È l’ora di dare la buonanotte al mare…”). Altro successo, Il terrone corre sul filo di Nelli-Mangini-Verde, con Nino Taranto alla sua ultima rivista, stagione 1954-55. Nel cast c’era anche Aurora Banfi, che sarebbe poi diventata apprezzata primadonna dell’operetta accanto a Elvio Calderoni. Lo spettacolo venne replicato in tournée per otto mesi. Nel 1955 approdò in televisione, con show costruiti sui successi rivistaioli. «Il mio sogno era lavorare in teatro con Totò – dichiarò – e il principe mi disse di aspettare una settimana, perché `aveva una mezza intenzione’. Ma Macario mi volle subito e io accettai la sua proposta in modo da assicurarmi la stagione…». Interpretò la versione cinematografica di Attanasio cavallo vanesio , altro successo di Rascel targato Garinei e Giovannini, e nel suo curriculum spicca anche una rivista di Galdieri recitata in tedesco durante la lunga tournée in Germania: Buondì zia Margherita ; la versione italiana venne interpretata da Wanda Osiris. «Un tempo la soubrette era una donna fatale, molto femminile, addobbata, truccatissima, con molto charme – ha dichiarato -, tipo Isa Bluette. Io non ho mai portato pennacchi, non ho mai fataleggiato, anche perché non avevo il fisico adatto. Le mie qualità? Una bella voce, una naturale simpatia: piacevo anche a mamme e zie, non solo agli uomini».