De Carmine

Dopo aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica inizia a lavorare nel cinema. Renato De Carmine debutta in teatro allo Stabile di Napoli; recita al Flaiano di Roma in O di uno o di nessuno di Pirandello in coppia con Mario Maranzana, poi è scritturato da Strehler e inizia una collaborazione col Piccolo milanese che dura tuttora e con il quale ottiene le più vive affermazioni. È il candido, indimenticabile Frate Fulgenzio in Vita di Galileo , un perfetto re Enrico VI nel Gioco dei potenti , il protagonista delle Notti dell’ira di Salacrou e del Caso R. Oppenheimer di Kipphardt, il Conte dei Giganti della montagna, sempre diretto da Strehler ; con lui e nel gruppo Teatro e Azione (1970-71) in Nel fondo di Gor’kij (il Barone) e nello spettacolo su Walter Reder del quale assume il ruolo. Col ritorno di Strehler al Piccolo, contrapposto a Tino Carraro (Lear), è un autorevole, straziante Gloucester, un mascherato Vescovo nel Balcon di Genet, l’acquaiolo Wang della seconda Anima buona di Sezuan ; perfetta la costruzione del suo Otto Marvuglia (un misto di miserevole, amara guitteria unita a una disincantata ironia) nella Grande magia di Eduardo, nelle tre edizioni dell’opera (con Parenti nella stagione 1984-85, e con Dettori nel 1990 e ’98). Lavora anche con F. Zeffirelli ( La città morta ), interpreta Il guardiano di Pinter (regia G. De Monticelli (stagione 1988-89) ed è Malvolio in una discussa Dodicesima notte di Shakespeare, messa in scena da J. Savary nel 1991 al teatro Carcano di Milano. Attore di grande mestiere, di duttile sensibilità, capace di abbandoni trasognati e di grande statura scenica, nel 1997-98 ha interpretato Pericle, principe di Tiro di Shakespeare.